Apice é una piccola cittadina in provincia di Benevento. Il vecchio centro é stato distrutto nel 1962 dal terremoto a seguito del quale furono evacuati i cittadini. Ma non tutti vollero andar via. Alcuni rimasero fino al sisma del 1980, data che segna il definitivo abbandono del paese da parte di tutti. Fu ricostruito poco distante con il nome di Apice Nuova.

E’ in salita, alle porte di un piccolo borgo davvero bello, in pietra, circondato da qualche locale e dall’imponenza e l’eleganza del Castello dell’Ettore, illuminato da luci suggestive. 

Il centro del paese é transennato ma non inaccessibile. È possibile ancora vedere ciò che é rimasto delle abitazioni, i vicoli, i negozi con le proprie insegne. Un vero e proprio museo all’aperto!

E’ ben palpabile la presenza degli uomini in questo posto. Tra ruderi e case che crollano si possono trovare tracce della loro esistenza: letti disfatti, bottiglie nel frigorifero, bambole e libri tra le macerie, figurine incollate sul muro delle stanze dei ragazzi. C’è la macelleria con ancora il suo bancone rosso e vetri rotti; i negozi con dentro quel che ne resta, rotoli di scontrini, l’alimentari del centro, il bar, i biliardi. Un tutù che scende da una finestra. Le stradine interne strette ormai ricoperte di alberi ed erba. La piazza ritrovo dei momenti ludici dei bambini. Le mattonelle di una volta, quelle delle cucine dei bagni e la carta da parati nelle stanze, come si usava una volta. Fotografie di cui il tempo non è riuscito a cambiarne il volto.

Un calendario per terra, sotto la polvere, che invece il tempo lo ha fermato. Al 1996.

Si riesce quasi ad immaginare di queste persone la vita. E come sia finita. 

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