Arrivo ad Amsterdam una mattina di agosto dopo un lungo viaggio. È l’ultima tappa, quella di relax. Imprevista e non calcolata. Ne so il minimo, quasi nulla su cosa vedere, fare, esplorare. È un pacco sorpresa. Non fa caldo ma la città splende come un gioiello dei più belli.

Anna Frank e Van Gogh museum

La prima cosa che vedo sono tante biciclette e il meraviglioso Amstel, il fiume che attraversa Amsterdam. 31 km per percorrere tutta la riva piena di battelli e barchette. Cammino tanto, sulle sponde mi imbatto nella casa museo di Anna Frank ma non riesco a visitarla, c’è tanta fila e i biglietti sono finiti. A voler fare una cosa intelligente avrei dovuto prendere i biglietti online qualche giorno prima. Al museo di Van Gogh, il Rijksmuseum per l’esattezza, però vado e che spettacolo! Già i giardini antistanti curati in ogni minimo dettaglio allietano gli occhi e non solo. Avevo già visto gallerie dei quadri, ma nella sua città fa tutto un altro effetto. Sembra di esserci diventata amica.

Heineken Museum Experience

Mi dicono che lì vicino al Rijismuseum c’è l’Heineken Experience, E lo dicono proprio me. Vado subito e mi imbatto nel complesso più moderno, futuristico ed interattivo che abbia visto mai. È una visita guidata attraverso la storia del marchio: i primi macchinari, i primi metodi di lavorazione, tutti i bicchieri e le bottiglie prodotte… Mi brillano gli occhi come una bambina al luna park. Passiamo nelle sale interattive e ci ingabbiano come fossimo nel film The Qube, partono colori, linee orizzontali, verticali, oblique, mi arrivano nello stomaco tanto sono forti e vere. Sembra un videogame.

Quindi si aprono le porte verso la zona dove si produce la birra, ne beviamo un goccio. Solo un goccio e dico basta, non ne bevo da anni, sono intollerante e la trovo la cosa più ingiusta del mondo in quel momento. Va bene vado oltre, si passa attraverso l’allevamento di cavalli disposti ordinati e bellissimi dietro steccati che sembra di essere in un moderno far west. Credo per un attimo che la visita sia finita invece c’è l’ultima zona, i locali dove barman molto carini servono birra ma non è ancora tutto, c’è la gara di spillatura e io voglio partecipare. Ovviamente vinco anche su tutti… “this is perfect” verrà detto della mia birra e adesso anche basta e non dico basta, voglio bere la mia birra a qualsiasi costo, non mi interessa. Mamma mia se era buona, fresca, appena prodotta. Buona che non mi ricordo di aver bevuto mai nulla di simile in tutta la mia vita. Il piacere puro. Tanto che prima che mi facciano uscire dal viaggio ne voglio un’altra!

I coffee shop

Sono felice con la mia eineken fresca in corpo e così leggera riprendo a camminare in città, lungo il fiume. È colorata, tutti vanno in bici, i fiori sono ovunque. Anche i locali sono in ogni dove, per tutti i gusti, dai più punk ai trasgressivi ai raffinati. È pulita, controllata costantemente dalle forze dell’ordine e in giro non è vero che si vedono ragazzi sconvolti, anzi è proprio raro. Loro stanno dentro i coffee shop, i locali più democratici del mondo. Sono tantissimi ed è ora che io ne scelga uno. Per tutti la regola è una e ferrea: o bevi o fumi, se hai bevuto non ti faccio fumare. Giusto! Inoltre non si può farlo per strada ma solo nei locali, nel rispetto di tutti i cittadini. Uno dei più famosi forse è il Bulldog nel centro città con tavoli che danno su una delle piazze più frequentate di Amsterdam.

È bellissimo svegliarsi la mattina uscire fuori e vedere Amsterdam, i tulipani, i fiori, l’ordine e l’allegria. Ma ogni cosa finisce, così esco di notte e prendo la metro che in una ventina di minuti mi porta in aeroporto. Tornerò, c’è ancora molto da scoprire.

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